Cina



Burattini kuilei e ombre piying del Teatro di figura
Lo spettacolo d'ombre in Cina era già in voga durante la dinastia Tang (618-907) e si diffuse rapidamente nei secoli a seguire tanto da essere perfino ammesso a corte in alcuni periodi. Le sagome sono realizzate all’inizio in carta e, in seguito, in pelle di pecora, d’asino o di bue a seconda delle tradizioni (piying皮影, ombre di pelle). La pelle è messa a bagno per un'intera giornata, poi tesa su una tavoletta e quindi intagliata. La figura ottenuta viene dipinta e trattata con olio vegetale affinché i colori si fissino e siano visibili anche sullo schermo (yingchuan, finestra delle ombre). La figura è solitamente costituita da una testa rimovibile e da arti mobili connessi al corpo. Le silhouette rappresentano personaggi maschili sheng, femminili dan, “visi dipinti” jing e buffoni chou, oltre ad animali e ambientazioni di scena.
Oggetto della mostra sono una trentina di ombre, databili fra gli anni ’40 e ’80 del secolo scorso, realizzate in pelle o, negli esempi più recenti, in plastica. Fra le numerose figure maschili e femminili si individuano personaggi tratti dal ciclo del romanzo Xi you ji “Viaggio verso occidente”, come Sha Wujing o Monaco Sabbioso, oppure dal ciclo dell'opera tradizionale Nao tian gong “Lo scompiglio del Palazzo celeste”, come Yang Jian con il volto rosso e una folta barba. Si riconoscono poi guerrieri, cavalieri e nobildonne dai caratteristici loti d'oro, i piedi fasciati e l’imperatore diwang, con barba realizzata con capelli umani e tipico copricapo mian guan. Stilisticamente sono riconducibili alla scuola dello Shaanxi, sebbene non manchino esempi dal teatro di Beijing.
Durante la dinastia Tang il teatro delle marionette fu apprezzato sia a corte che presso il popolo, ma la massima popolarità fu raggiunta durante le successive dinastie Song (960-1279) e Yuan (1280-1368) quando erano in voga spettacoli con burattini a stecca, di piccole e grandi dimensioni, marionette a filo e a polvere - probabilmente legate agli spettacoli pirotecnici - burattini ad acqua.
I burattini a mano hanno le teste realizzate in legno intagliato, osso, cartapesta o ceramica, che, come l'abbigliamento, vengono rimosse dopo ogni rappresentazione. Le scuole più note sono quella del Fujian e quella di Taiwan. Le marionette a filo 木偶 mu’ou sono figure tridimensionali mosse da un minimo di cinque a un massimo di venti stringhe. Oltre alla scuola del Fujian è particolarmente famosa la Scuola Settentrionale. Il repertorio di questa forma teatrale comprende racconti romantici o storici. Le marionette a stecca 傀儡 kuilei, sono mosse da tre stecche, hanno testa rimovibile collegata alla stecca centrale, volti dipinti in maniera convenzionale e costumi stampati o dipinti formati da una sacca di tessuto.
In museo sono esposti una dozzina di burattini cinesi della Collezione Signorelli, tutti databili fra i primi anni ’40 e gli anni ‘80. Tre sembrano appartenere allo stesso ciclo letterario, “Il sogno della camera rossa”: tra questi un personaggio maschile che per il punto decorativo tra le sopracciglia, il copricapo tempestato di perline, l’abito in seta e raso verde ricamato in oro e argento, con un riquadro bordato in lapin con il carattere benaugurante shou, è identificabile con il protagonista del romanzo di epoca Qing (1644-1911), Jia Baoyu. Al ciclo letterario Xi You ji “Viaggio verso occidente” si riconducono invece il Monaco Sabbioso Sha Wujing e lo Scimmiotto, Sun Wukong.